CRITICHE E RECENSIONI

CRITICHE E RECENSIONI



..Le figure tormentate del segno nervoso di Graziella Conti  Papuzza, sono il frutto estremo e raffinato del suo continuo ricercare e riprendere daccapo, per ripercorrere e rivivere passo dopo passo il cammino poetico del suo testimoniare il desiderio di serenità. Ecco perché il linguaggio, apparentemente semplice di questa giovane artista,nella linea della coerenza stilistica con cui ha finora condotto la sua ricerca, esprime una voce limpida, severa ed impegnata nella denuncia sociale.

Carlo Tober

Da “L’Arte del Segno”-Centro d’Arte Agatirio  -Capo d’Orlando (ME)-Agosto 2002


SENTIMENTO E POESIA NELL’OPERA GRAFICA DI GRAZIELLA CONTI PAPUZZA

Presentare un artista, parlare delle sue opere, del suo lavoro di incisore, definire il linguaggio,inserirlo in una corrente piuttosto che in un’altra, è compito specifico del critico d’arte. Da un amico, da un collega, l’artista si aspetta un altro discorso. Si aspetta di essere visto e letto in un’altra chiave, meno professionale forse, ma più completa e che consideri la persona oltre che l’opera.

Un’incisione, un dipinto o un disegno si possono apprezzare o rifiutare, così come sono, d’istinto, ma se si conosce la persona che li ha creati, la sua immagine rimane strettamente legata a quelle opere e le completa.

Allo stesso modo l’artista viene definito, chiarito, alle volte scoperto, e perché no, amato attraverso le immagini che crea.

Ora volendo parlare di Graziella Conti Papuzza mi accingo a farlo in questa prospettiva. Graziella Conti Papuzza che conosco bene, e con la quale da nolti anni lavoro,è un’artista seria, lo ebbi a dire anche in altre occasioni, e ci tengo a ripeterlo. E’ , in particolare, incisore sapiente e capace, e riesce a tradurre attraverso le conoscenze di questa disciplina, le esigenze del suo sentire.

Una disponibilità a ideare, comporre, sempre presente in Graziella Conti Papuzza, così pronta al racconto attraverso un segno che si fa ricerca di nuove gestualità, dove l’artista trae il percorso linguistico della sua poesia fatta di segni.

Nella lastra , morsa dalle acidature fino alla corrosione, dove il segno diventa immagine, c’è il suo carattere forte e deciso.Le sue incisioni, dove l’arte di fare grafica diventa quasi pittorica, si presentano delicate e pulite , rese calde dall’arricchimento dell’acquatinta.

Un modo di raccontare il suo attraverso il segno, come afferma Carlo Tober “ riesce ad esprimersi in una scrittura fatta di segni”, una maniera tutta personale,carica di sentimento e molta poesia

Prof.Enzo Napoli- 2002 -maestro incisore-Presidente  dell’Associazione Incisori Siciliani-


Con la minuzia quasi certosina la CONTI PAPUZZA offre un panorama assai assicurante sul variegato mondo femminile. Quel mondo femminile per parlare delle vie dell’esodo, non viaggi di piacere, ma fughe per scappare dalla fame, dalla guerra, dai conflitti etnici, religiosi e politici : avventure disperate che spesso hanno come esito l’esilio.

Ne racconta la forza, la passione, anche la follia di quel mondo.

Storie dolorose che in questi anni hanno visto anche il nostro paese tramutarsi da luoghi di partenza in luoghi d’arrivo.

Casi umani che rivivono attraverso i ricordi, diventano storie che si dipanano pian piano, attraverso un tocco che arriva a registrare non solo i grandi sussulti ma i battiti più deboli, intermittenze più segrete del cuore. Donne che in genere riguardano infanzie felici ma poi hanno attraversato spesso inquiete adolescenze. Donne migranti , desiderose di inventare strumenti capaci di reagire ad una complessa e spesso imbarazzante quotidianità, dimostrare di gestirla senza negare la loro diversità. Segni nei ricordi di GRAZIELLA CONTI PAPUZZA per raccontare storie di donne migranti.

SEGNI DELLA MEMORIA- di Laura Emiliani


Graziella Conti Papuzza compone i suoi lavori sulla base di una partitura fatta di emozioni, impregnando di significato i dati visivi in una rielaborazione antiretorica ; i suoi lavori annunciano una tensione intellettuale che si esprime in un linguaggio inconfondibile ,si tratta di un approdo che ignora volutamente le scorciatoie espressive del vero riconoscibile, utilizzando un linguaggio visivo che mira alla costante scommessa che ben conosce la magia del disegno e del colore. Nella sua elaborazione poetica visionaria allude ad una possibilità figurale , che è ipotesi decodificabile più dalla nostra coscienza attenta, che dal nostro occhio. Nelle sue opere rivela, percezioni, tensioni verso l’inconoscibile, tra immanenza e trascendenza. Graziella Conti Papuzza opera attraverso metafore , che sanno esprimere , in ogni composizione , un caos non casuale. Barbara Romeo Estratto da “OverArt”2014 -diretto da Sandro Serradifalco-EA Editore

L’incisione e il disegno più della pittura,  sublimano il segno e questo si fa linguaggio, significante e contenuto. E così Graziella Conti Papuzza, artista di straordinario valore, con le sue incisioni realizza visioni d’effetto, ove tutto è segno, graffio, rappresentazione intensa fatta di un grande virtuosismo tecnico. Un linguaggio unico e sensazionale, un viaggio iconografico che esplora i regni della propria memoria e della propria fantasia, rivolgendosi alla grafica storica con reverenza ma distacco epocale. Le sue incisioni sono lontane dal gusto romantico alla Dorè, si accostano a una visione della realtà dove tutto è talvolta surreale e si respirano suggestive ed oniriche atmosfere in cui l’anima può sentirsi finalmente libera di esprimersi.

Josè Van Roy Dalì

- da “Effetto Arte” di Gennaio 2015 all’interno della Rubrica “Artista nella Storia”


Graziella Conti Papuzza, autore e stampatore, ci ha fornito con "Ecomimesi" un interessante lavoro, ossia un'acquaforte/acquatinta che rappresenta una benvenuta rarita' nei nostri Concorsi. L'opera e' ispirata dalle preoccupazioni che gravano sull'umanita' incapace di controllare le conseguenze derivate dall'accrescimento della popolazione e dall'inquinamento che si sviluppa su aree sempre piu' vaste del pianeta. I fastigi industriali di una terra che sembra inarrestabilmente avviata ad avvelenare se stessa sono posti sullo sfondo mentre in primo piano, con grande ricchezza di motivi grafici che risalgono alla tradizione cinquecentesca dell'incisione, alcune eleganti figure femminili sembrano rappresentare con grazia e rassegnazione le bellezze di un mondo lontano e perduto.

Prof.Aldo Maria Pero 
in occasione del Concorso online “VIII-Gran Premio Città di Savona”2014 con 
l’opera Graziella Conti Papuzza "Ecomimesi" acquaforte e acquatinta mm.450x285 2008


Quella dell’incisione è un’arte  ricercata e raffinata che richiede tempo e pazienza, “contiene “ lo slancio artistico sottoponendolo  al rigore della precisione, dell’attesa, della perizia. Ripaga l’attesa dando poi la possibilità di moltiplicare le immagini all’infinito, senza che alcuna delle moltiplicazioni sia una mera copia ma in modo che ognuna di esse possa godere in qualche modo di una propria identità, Prima che la matrice sia pronta a “procreare”, il cammino è lungo e richiede tempo e meticolosità, dedizione alla propria arte. Graziella Conti Papuzza si districa con maestria in questo percorso , regalandoci immagini  elegantemente elaborate, ricche di particolari minuziosi dotate di grazia e movimento .L’abilità tecnica e la pulsione artistica conferiscono profondità e veridicità alle incisioni, i chiaroscuri sono sapientemente dosati. La scelta dei soggetti spazia da immagini del quotidiano e di vita vissuta,  intense e realistiche , ad altre più astratte o fantastiche , cariche di magia e simbolismo.
La Papuzza è un’artista dotata di  grande immaginazione e creatività, che trae ispirazione dai propri occhi, sia fisici che mentali, a volte tenendo le ispirazioni separate, altre miscelandole con grande buon gusto, dando vita a scenari artistici finemente inusuali e complessi, curati in ogni dettaglio.
Diana d’Isanto
In occasione del Premio Liberty  “Nuova Corrente artistica”-6 Gennaio 2015-

 


Nelle opere grafiche di Graziella Conti Papuzza emerge un richiamo alle opere classiche tipiche del seicento. Un lirico classicismo contraddistingue il Suo operato che risulta gradevole alla vista anche da parte di chi si ferma ad ammirare le anatomia ben definite e dalle forme talvolta fiabesche. Non è raro infatti immergersi in un mondo straordinario vivendo l’atmosfera magica che Graziella Conti Papuzza ci propone attraverso le Sue splendide opere grafiche. Eccellente la qualità di incisione e realizzazione di ogni Sua creatura emozionale. Meraviglioso il contesto storico in cui opera, portando ad altissimi livelli espressivi e minuziosi dettagli proporzionali ed armonici. Parliamo di un artista che basa la qualità e l’originalità sulle proprie esperienze, e che fa dell’arte il mezzo primario attraverso il quale custodire gelosamente quei valori che a sua volta gli sono stati trasmessi e che imprime sul supporto grafico.

Dizionario degli Artisti Italiani 2015-– Copyright “Consulenze ed eventi arte”www.consulenzeeeventiarte

Dott.Alessandro Costanza – “Consulenze ed eventi d’Arte”


Segni decisi,carichi di una forte personalità, a volte troppo reali per esserlo davvero. Graziella Conti Papuzza , artista siciliana, sa cogliere l’essenza delle cose in un gesto, un particolare, attraverso uno sguardo vigile e penetrante e lo fa con una tecnica antica: l’incisione calcografica. Una tecnica lieve ed affascinante, la sua, in cui convivono un forte segno grafico e una sensibilità estrema per la composizione e l’equilibrio compositivo. In tutto questo il suo approccio riesce a dare una lettura intima e critica della quotidianità; ha un’idea danzante delle figure che rappresenta, dando al segno inciso il senso di esistere. Ed è attraverso il segno che ricostruisce un percorso quasi olfattivo, tattile, coinvolgendo lo spettatore in uno spazio speculare, in doppio, dove la memoria, l’ossessione, sono strumenti coi quali trasforma l’equilibrio compositivo delle sue creazioni, quasi sempre sospese e sognanti. Figure autonome, lenti d’ingrandimento sui singoli personaggi dove ognuno deve rispondere all’”essere o non essere”, perché tutti ci troviamo di fronte alla fondamentale domanda  che riguarda l’agire o non agire, cioè il trasformare in azione i desideri. L’ossessione della figura, le sue mille possibilità di essere rappresentata, attraverso il segno, in trasformazione che racconta la sua follia e verità. Il segno inciso nella sua bellezza.

Dal Catalogo degli Incisori Siciliani ( in fase di realizzazione)- Critica di Beatrice Signorelli


“Appare sempre singolare, quando non del tutto strano , che l’arte e la cultura non vengano considerate i pilastri della società e della civiltà, ma siano relegate dal potere, nelle retrovie. E non si tratta di una polemica di riferimento politico, quanto, piuttosto , dell’idea che sia assurda la cecità dei governi dinanzi ad una disparità del genere.. La dimostrazione che la storia va di pari passo con l’arte, come la geografia e molti altri ambiti di studio che danno conto di quanto l’arte rappresenti il solo punto di incontro  e continuità nel tempo che caratterizza il ciclo della civiltà umana, non basta evidentemente.

Graziella Conti Papuzza, artista siciliana, lascia evincere la sua parabola produttiva quanto, un’arte nata in Cina ed Egitto, intorno al 600 a. C. che ha attraversato i secoli, possa essere uno strumento valido per la veicolazione di un messaggio artistico attuale ai nostri giorni. La Conti Papuzza, infatti è maestra dell’incisione, in un momento in cui molta arte viene eseguita con la tecnologia più avanzata.

L’artista siciliana afferma:“Per me l’arte a volte è fine a sè stessa, a volte è  comunicazione e trasposizione di sogni o desideri , denuncia sociale, impegno ,elogio della Natura  e dell’Umanità  , realismo oppure pura fantasia, non segue mai una sola strada ma intraprende vie, fasi e periodi legati alla nostra esistenza, alla nostra crescita o ai nostri ricordi fanciulleschi, è bella perchè può essere  fantastica , illimitata , cosmopolita, riflessiva, aperta  a più soluzioni, perchè è semplicemente libertà di espressione, con essa l’artista non teme giudizi, è come un viaggiatore che approda in diversi territori e si serve dei momenti di confronto costruttivo  con altri esploratori per migliorare la propria tecnica di viaggio ed apprezzare le varie sfaccettature dell’animo confermando  l’irripetibilità  e l’unicità di ognuno di noi nell’espressione del proprio io...”

E l’opera qui presentata, intitolata “Risveglio”incisa con la tecnica dell’acquaforte e dell’acquatinta, riporta la nostra mente alle splendide incisioni realizzate con questa tecnica particolare nella Germania rinascimentale, in particolar modo da Durer. Nel Seicento e nel Settecento maestri indiscussi di queste tecniche artistiche sono stati molti, basterà ricordare Goya, il Tiepolo, il Canaletto e Piranesi. Nel percorso a cavallo tra i secoli della Storia dell’Arte, nel ‘900, l’acquaforte è stata apprezzata ed utilizzata anche dal bolognese Giorgio Morandi, in virtù del quale, la Conti Papuzza ha realizzato opere per una mostra omaggio al maestro. Risveglio , invece, ha partecipato all’ultima Biennale di Palermo, ideata da Sgarbi.

La difficoltà di queste varie tecniche di incisione è di certo una delle motivazioni che ha portato la sostituzione della litografia, fino  a perdere di sostanziale importanza. Tuttavia, l’originalità della Conti Papuzza risiede, oltre che nella finezza e nella maestria di lavorazione, anche nella audace scelta di  di fare arte secondo l’antica tradizione e eseguire tutte le fasi della stampa per proprio conto, senza affidarsi a stamperie terze.

Risveglio è un’opera visionaria, carica, che ha dei richiami con incisioni di Blake, anche se, alcuni particolari riportano alla tradizione estremo orientale, anche contemporanea, nell’opera di Foujita. L’artista siciliana ha tratteggiato, in un piccolo dittico, due figure immerse in una sorta di calice floreale, come fossero nell’atto della fioritura, in un surrealismo che affascina ed ipnotizza, mette l’osservatore nella condizione di  curiosare, di cercare tra quelle volute di inchiostro, tra quelle linee fluide, altri particolari, mentre le espressioni dei due soggetti ci invitano ad entrare più a fondo nell’opera. In lontananza si scorge un piccolo borgo, ma ciò che affascina il fruitore sono le piante che contengono  le due piccole donne, quasi fossero esseri incantati, ma che, in fondo , è come se ci invitassero  a seguire le loro azioni, ad emergere da un torpore che appartiene alla nostra epoca.

Un tourbillon grafico ha investito le lastre in zinco, poi trasposto sui fogli, gioco di rimandi, materiale ed ideale, ed il risveglio invocato dall’artista siciliana investe anche il nostro spazio, i nostri animi e ci invita, in maniera magistrale, a riflettere .”

TESTO CRITICO A CURA DELLO STAFF della Galleria Farini Concept di Bologna, dal catalogo, in occasione della Quinta Collettiva di Arte Contemporanea Internazionale “ ARTE A PALAZZO” – L’ebbrezza del contemporaneo-a Palazzo Fantuzzi, Marzo-Aprile 2015-


Il mondo della fantasia da sempre affascina gli artisti. Sognatrice, Graziella Conti Papuzza, scrive, con un segno graffiante e deciso, le molteplici strade della fantasia lasciando emergere stati d’animo e sensazioni. Una grande libertà espressiva caratterizza i lavori di questa artista, incisioni che raccontano una realtà surreale, suggestiva, fatta di atmosfere oniriche attraverso le quali mostrare la propria emotività. Un percorso aperto a diverse interpretazioni. Nell’arte Graziella Conti Papuzza comunica se stessa, il proprio Io , il proprio inconscio, la propria immaginazione, la propria anima.

Testo critico  tratto dal catalogo multimediale della “Prima Mostra di Arte Accessibile” a cura di Emanuela Orler, Roberta Filippi ed Alessandra Burattin-Galleria Orler –Punta Ala- Settembre 2015


Ciò che vediamo la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati.

Anatole France

 

In tal modo, il premio Nobel per la Letteratura del 1921, descriveva la notte. Certo, come l’intellettuale francese, molti altri hanno descritto la notte, sempre cara ai poeti, agli artisti, alle anime più gentili o inquiete, ai caratteri sensibili e ai più istintivi. Tutto di notte assume un’altra forma, una nuova valenza, un’eco più profonda, ampia, spaventosa o intrigante. Il sogno, luogo della notte, habitat della psiche , casa dell’anima che la notte ivi si rifugia, in cerca di quiete o di desiderio, di attese e misteri irrisolti…il sogno, il desiderio, il reale e il surreale sono anche le strade che ha intrapreso l’artista Graziela Conti Papuzza che ad un anno di distanza, torna a Bologna in Galleria Farini Concept, con un’opera, un dipinto, intitolato, emblematicamente, In the night, in occasione della mostra  concorso Arte a Palazzo Premio Internazionale di Pittura,Scultura e Fotografia.L’artista siciliana è non solo pittrice ma, principalmente una maestra dell’antica tecnica dell’incisione, difficile quanto affascinante. Così , almeno l’avevo conosciuta e con me i galleristi e i fruitori. Questa volta , tuttavia, stupisce e presenta un dipinto ad olio, suggestivo e segnato profondamente da un surrealismo simbolista che guarda alle avanguardie novecentesche, sia da un punto di vista formale che sotto l’egida di un’ontologia suggerita da artisti come Dalì e Magritte.

 

Il suo dipinto, serba in sé aspetti paradigmatici, che guardano al perturbante di Freud, in un missaggio di sogno e delirio, allucinazione e immaginazione, tanto da creare una scena mutuala attraverso il linguaggio criptico dell’inconscio. Se osserviamo il dipinto , la cui atmosfera è immersa in un profondo blu che lascia indistinti il mare e il cielo, in cui padroneggia un inquietante plenilunio, due donne, in primo piano,osservano scene lontane, mentre paiono in fuga su un mezzo che pare un’auto d’antan , mentre uno strano personaggio, che evoca un mostro marino ma assolutamente surreale le guarda sogghignando. Cosa accade laggiù in fondo?Da cosa fuggono via?Non ci è dato saperlo…tuttavia, possiamo immaginarlo. L’apparenza corporea di  ciò che l’osservatore si trova di fronte ha un qualcosa di immateriale. Si tratta di una visione, nonostante l’aspetto realistico della raffigurazione. L’artista gioca con il fruitore, un sottile gioco enigmatico, in cui la mente di quest’ultimo deve interagire  con l’immaginazione primaria della Conti Papuzza e districarsi nelle intricate evocazioni che l’hanno portata a creare quest’opera.

 

A ciò aggiungo qualche dichiarazione dell’artista che già nel 2015 mi aveva colpita: “[L’arte ] è bella perchè può essere  fantastica , illimitata , cosmopolita, riflessiva, aperta  a più soluzioni, perchè è semplicemente libertà di espressione, con essa l’artista non teme giudizi, è come un viaggiatore che approda in diversi territori e si serve dei momenti di confronto costruttivo  con altri esploratori”.

 

Ecco , dunque, la vera parte razionale, quella in cui tutte le sovrastrutture accademiche vengono evase, alla fantasia viene assegnato il ruolo principe mentre una sorta di ab-onirizzazione permette al fruitore di far propria l’immagine e rivederla secondo la propria fantasia.

 

Semioticamente, la composizione è costruita in modo tale da invitare l’osservatore ad entrare nella scena, da un punto di vista privilegiato e diventare compagno esploratore di un immaginifico viaggio.

 

 

 

TESTO CRITICO A CURA DELLO STAFF della Galleria Farini Concept di Bologna nelle persone di Grazia Galdenzi,Roberto Dudine, Azzurra Immediato,

dal catalogo, in occasione dell’Undicesima Collettiva di Arte Contemporanea Internazionale “ ARTE A PALAZZO” – Premio Internazionale di Pittura,Scultura e Fotografia-a Palazzo Fantuzzi, Marzo 2016-


Graziella Conti Papuzza, una cornucopia di idee che, a flusso continuo invadono la tela per rimanere impresse, colori brillanti, pennellate decise e sicure e temi dal folk al grottesco, al figurativo, sono solo alcune delle caratteristiche della sua arte. Anche i lavori monocromatici dell’artista riescono a risultare d’impatto e questo perché di base c’è una consapevolezza pittorica ma anche artistica in generale, che muove ogni cosa. Pittrice e incisore, abbraccia l’arte con un approccio naturale, scevro di quella vanità artistica fine a se stessa. Le sue opere sono una celebrazione dell’immagine, e ogni immagine o soggetto acquisisce al loro interno , un grande valore estetico ; valore estetico donato da fregi, fiori, ghirigori e motivi che spesso riprendono anche la tradizione siciliana più folkloristica.

Sandro Serradifalco- EA Editore, in occasione del Premio Internazionale  Tiepolo-ARTE MILANO-EFFETTO ARTE- Aprile- Giugno 2016


Un ringraziamento speciale per aver contribuito con la sua arte ad  impreziosire ulteriormente le storiche Sale del Bramante. La sua presenza è testimonianza di cultura e  ricchezza d’animo perché in ogni opera selezionata è racchiusa la rara capacità di rendere palpabile la profondità dei sentimenti e delle emozioni.

Padre Amedeo Eramo- Santa Maria del Popolo in Roma- Maggio 2016, in occasione di “Arte Iubilaeum”


Sensibile interprete del mondo, capace di catturare ogni simbolica emozione visiva attraverso opere che rivelano una spontanea creatività e un’incessante indagine artistica. Un’arte che riporta alla luce le sensazioni più recondite dell’anima

Paolo Levi in occasionedi “Artista D.O.C.”- Giugno 2016

 


Graziella Conti Papuzza è una pittrice il cui flusso creativo inarrestabile,guida il gesto pittorico nell’imprimere su tela ogni elemento. I suoi colori appaiono variegati , ricchi di sfumature, talvolta brillanti altre volte più opachi, ma sempre sapientemente utilizzati tra loro. Un’artista completa che si occupa anche di incisione, e che nella pittura trova comunque una valvola di sfogo alla sua fantasia, con grandi risultati. Il valore  estetico delle sue opere è dovuto a molteplici fattori, tra cui appunto la capacità espressiva della Conti di dipingere con grande naturalezza artistica, senza la necessità di attenersi a dei canoni estetici e stilistici preconfezionati, ma solo seguendo il suo istinto e i mutamenti che la sua anima subisce a seconda delle emozioni che prova. Le sue opere sono lo specchio delle sue sensazioni, dei suoi picchi di fragilità o di forza, sono opere intime, sono un modo di comunicare al mondo chi è l’artista stessa e cosa sente nel momento della realizzazione di un dipinto. Sono la prova tangibile di un’esigenza che abita all’interno dell’anima, e che la spinge a condividere col suo pubblico non solo mera arte ma un pezzo di se stessa.

RECENSIONE CRITICA A CURA DI PAOLO LEVI – in occasione del Primo Trofeo “Arte Impero”- Luglio 2016


 

Se esiste un modo diverso di sentire al femminile, di fantasticare, simboleggiare,

rappresentare, a livello conscio e incoscio, di mettersi anche in rapporto con quegli

aspetti dell'immaginario collettivo che non vengono elaborati o accettati spontaneamente,ma vengono imposti dal maschio dominante, così come lo si chiamava

qualche decennio fa, Graziella Conti Papuzza, messinese, artista, in primo luogo, dell'incisione,ne é di sicuro un'esponente.non c'entra niente in questo discorso, il femminismo, dato che la Papuzza, che pure affronta volentieri la tematica d'interesse sociale, in special modo quella legata al degrado ambientale, non pensa neanche lontanamente di fare della sua arte uno strumento di divulgazione ideologica e politica della propria condizione.

C'entra, semmai, il modo particolare di vedere il mondo che l'opera della Papuzza

riflette, con gli occhi, la mente, l'anima di una donna, che ne sta al centro e lo conforma

a misura, prima di tutto, di sé stessa e di altri esseri femminili, facendo appello

ai segni interiori e alle facoltà inventive sviluppati durante l'infanzia bambina, totalmente differente, dal punto di vista psicologico, da quella maschile.

Ciò comporta che molta della figurazione elaborata dalla Conti Papuzza, soprattutto

quella impiegata nella produzione grafica, si offra a chi la guarda come un flusso instabile e talvolta caotico, piuttosto indifferente al filtro della razionalità, che, nel

farsi valvola di sfogo di un'interiorità che rivolge finalmente i suoi fantasmi verso

l'esterno, si rivela alla stessa autrice in maniera non sempre prevedibile, concretizzandosi in insiemi di segni che sembrano aggregati solo provvisoriamente, come in un caleidoscopio pronto a mutare immagine alla prima rotazione, oppure ottenuti per risparmio, quindi sottraendo cromaticamente rispetto a uno stadio iniziale di uniformità, invece che aggiungendo. E tutto, nel candore di una fanciullezza infinita, anche ingenua nel confrontarsi col simbolico e l'allegorico, ma sempre schietta, finisce in visione.

Vittorio Sgarbi

Testo critico a cura del prof. Vittorio Sgarbi relativo al progetto “Pronto Soccorso” a cura di EA Editore-Palermo


Donne al suq è il titolo dell’olio su tela con cui Graziella Conti Papuzza fa ritorno a Bologna, in occasione della XVII Collettiva Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia Arte a Palazzo -  Dialogo con i maestri del Novecento.

L’artista di Trinacria che magistralmente opera nell’universo dell’incisione, propone , in questo caso, un dipinto in grado di traghettare l’osservatore al di là dello Stretto di Sicilia, verso i luoghi che , da millenni, condividono la tradizione e la cultura mediterranee. Come vi  raccontavo due anni fa, circa, al mio primo incontro con l’arte della Conti Papuzza, era Ella stessa a chiarire quanto la sua ricerca si focalizzi sul concetto di comunicazione, di incontro fra le diverse identità culturali, anche secondo un impegno che guarda al sociale, nel bene e nel male. Un cosmopolitismo che tende, come l’arte, a tutte le direzioni, senza limiti, senza preconcetti, ponendo l’accento della ricerca sull’unicità dell’individuo, delle sue emozioni, del suo vivere.

 

“Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove,di aver raggiunto la meta del mio viaggio.

Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato,

ed ecco che ora tutto ritornava in me.

Trovavo nella piazza l’ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso.

Mentre mi trovavo lì, io ero quella piazza.

Credo di essere sempre quella piazza”.

Elias Canetti, Le voci di Marrakech

 

Tra i suoni, i profumi e i colori delle stradine fitte di un suq ci trascina l’opera della Conti Papuzza, trasformando l’osservatore in un viaggiatore ideale che, tuttavia, non si troverà a mercanteggiare tra gli stupefacenti manufatti maghrebini, quanto, piuttosto, si incontrerà con tre bellissime donne, immerse in un suq idealizzato, fantasioso, lontano da una descrizione puntuale e realistica.

 

La tela si è tradotta in un affastellato locus, in cui regna l’horror vacui e che la dimensione surreale ha costruito in maniera elicoidale; la spirale compositiva, le volute che il segno grafico crea, incastonando immagini come gemme preziose, le cui tre donne rappresentano l’acme semiotico e concettuale, si rivelano una cosmogonia del tutto nuova. Il motivo della trama, dell’incastro, della sinergia di forme e colori, oltre che di simboli e immagini, tanto astratte- rimandando ai pattern delle texture afferenti alle meravigliose stoffe e alle decorazioni che caratterizzano l’arte di area musulmana- riesce , in ogni caso, a rimescolare energie e sensazioni, che si trasformano in atto sinestetico.

La descrizione non ricerca una puntuale veridicità,  l’immagine rappresentata è quasi una visione onirica, evocazione di suggestioni lontane, non importa se derivanti da un’esperienza reale  o se di matrice salgariana, non conta davvero. Graziella Conti Papuzza è in grado di aprire un varco tra lo spazio fruitivo, reale  e quello ideale, che che si avvale di nuovi costrutti ontologici per un viaggio intellettuale e sensibile di grande bellezza. Invariata, resta, tuttavia, quella che già in passato avevo definito  “visionarietà”, nello stile e nello sguardo che poi tramuta in segno e in gesto grafico e pittorico tale libertà

 

 

 

TESTO CRITICO A CURA DELLO STAFF della Galleria Farini Concept di Bologna,

dal catalogo, in occasione della XVII Collettiva di Arte Internazionale Internazionale di Pittura,Scultura e Fotografia-a Palazzo Fantuzzi, “ ARTE A PALAZZO” –Aprile 2017

Dialogo con i maestri del Novecento-Franco Angeli-Tano Festa-Mario Schifano-Andy Warhol-ospite d’onore prof. Vittorio Sgarbi


La Stella di David, la Mano di Fatima e altri simboli sono i particolari che affastellano l’opera Donne al suq, che torna in mostra per la XVIII edizione di Arte a Palazzo, concorrendo al III Premio Internazionale Galleria Farini Concept,al contempo l’opera fa il suo ritorno tra le pagine del catalogo afferente.

 

Un modo per poter osservare più da vicino il dipinto della pittrice siciliana al fine di coglierne peculiarità nuove. L’opera , che fa a meno di scelte compositive realistiche ,che rinuncia ad un apporto delle regole prospettiche, è stata costruita secondo una sovrapposizione di scene che, come spirali e turbini,occupano tutto lo spazio della tela, restituendone quel senso di horror vacui di cui avevo già scritto nel precedente testo critico. I soggetti, tre donne  che paiono essere parte del pattern creato dai segni e dalle immagini raffigurate, attraverso i loro sguardi, instaurano un primo e forte legame con l’osservatore, il quale è come fagocitato dall’intera scena.

 

 

In verità, gli elementi che si pongono quali punti cardine dell’intera complessa composizione sono vari e tutti concorrono ad un rimando di matrice semiotica allo stile dell’artista che è una maestra dell’incisione e che pare aver tradotto in pittura quelle finissime trame dell’arte incisoria, attuando una fusione di textures che rinviano alle decorazioni mediorientali, rintracciabili tanto nelle architetture, quanto nell’oreficeria e nella decorazione delle stoffe.

 

Graziella Conti Papuzza, nella sua Sicilia conosce bene tali tratti, ne scopre quotidianamente la fusione pressoché perfetta e quasi istintivamente essa trova posto nell’opera dipinta Donne al suq. La palette  cromatica, distinguibile nelle sfumature di blu e viola, rimanda alle profondità del Mediterraneo ove le culture si mescolano senza sosta da millenni, e tutto pare prendere la forma di una grande onda che racconta storie.

 

La comunicazione, d’altronde, è il quid  sul quale l’intera ricerca artistica della Conti Papuzza si fonda, comunicazione intesa proprio come incontro, fusioni fra moltitudini culturali, sulla loro verità e la ricchezza che giunge da tale missaggio. In ciò, in tale magmatica eterogeneità, l’artista, osservando anche i fenomeni sociali che smuovono inusitati mutamenti, riesce a tradurre in arte anche quella perdita di equilibri del nostro tempo che, ciononostante, mediante una visione scevra da sovrastrutture ontologiche, focalizza la propria attenzione sull’unicità delle differenze, sulla precipua identità individuale, ognuna delle quali è segnata da una propria e profonda storia, un intimo percorso che può, però , unirsi con altre, al fine di creare una nuova aggregazione, arricchente, affascinante. L’ arte pertanto, si pone quale ponte al di là di ogni altro limite e nel trasformarsi in tale congiunzione si fa medium per rendere il momento della fruizione qualcosa di più ampio, ben oltre la semplice visione dell’opera e la sua implicita interpretazione, si tratta, invero, di farsi vettore altro, di essere vero e proprio passaggio verso un altrove che è quello narrato dalla Conti Papuzza, in tal caso.

 

Nella fusione tra reale e surreale, il suq che ospita le tre donne ritratte, si fa luogo immaginifico in grado di accogliere, in maniera mirabolante, coloro che osservano e che , giocoforza, saranno attratti dalla ricchezza del colore, dalla pregnanza del segno, dall’accattivante grafismo che non può far altro che rapportarsi con un universo tanto reale  quanto immaginario, quasi magico.

 

Una pittura quella di Graziella Conti Papuzza, un’opera, Donne al suq , che guardano all’universo onirico, fiabesco, idealizzato e lontano, che non necessitano, infatti, di una descriptio puntuale , veritiera, perché non hanno da riportare fatti specifici, bensì mirano ad avvolgere lo spettatore-e la stessa pittrice che in tale ricercasi è messa ad indagare secondo un certo modus –in un’atmosfera affascinante, evocativa e in cui la suggestione diviene una sorta di tappeto sul quale accomodarsi per fruire dello spettacolo portato in scena.

 

 

 

 

 

 

 

 

TESTO CRITICO A CURA DELLO STAFF della Galleria Farini Concept di Bologna,

dal catalogo, in occasione della XVIII Collettiva di Arte Contemporanea Internazionale “ ARTE A PALAZZO” –  II Premio Internazionale di Pittura,Scultura e Fotografia-a Palazzo Fantuzzi, Giugno 2017-